Mentre i
partiti della coalizione si stanno incontrando per definire i contenuti base
del futuro programma elettorale, si leggono sui giornali i pensieri degli
sfidanti per le primarie di centro sinistra
a Carpi ed in questo fine settimana
toccato alle tematiche sportive, in particolare sull’impiantistica.
Come circolo
cittadino di SEL riteniamo che oscillare tra i progetti faraonici di un
candidato ed il piccolo cabotaggio dell’altro non sia il massimo, meglio
sarebbe una visione più realistica ma propositiva.
Per parlare
dell’argomento è davanti agli occhi di tutti che la vetustà dell’impiantistica
sportiva è una dei temi irrisolti da anni, così come il futuro dell’ex campo
Fossoli, dell’attraversamento ferroviario di via Roosvelt, la prosecuzione
della realizzazione di rotonde sulla tangenziale Losi, etc...
Lo stadio
Cabassi è del 1928, la piscina degli anni 70, il palazzetto dello sport è del
1982 (ed è inadeguato da allora) la pista di atletica è più recente ma non può
ospitare agonistica seria; una città di 70.000 abitanti che ospita società di
un certo prestigio non può avere strutture di questo genere.
Giusto
mantenere l’impegno sullo sport di base e per giovani, ma serve anche un
pensiero più moderno, una visione più ampia che coniughi lo sport di base con
quello professionistico; più che costruire piccole palestrine scolastiche,
magari monosportive ed inadatte ad praticarci sport in modo agonistico,
bisognerebbe concentrare gli sforzi realizzando strutture polifunzionali.
Dopo la
palestra di Santa Croce, quella su via dell’Industria e quella di Cibeno, non è
possibile che non si trovi il modo, anche in sinergia con gli utilizzatori o
sponsor, per realizzare un palazzetto dello sport decente, con le
caratteristiche minime per giocarci varie discipline, pallamano compresa, con
possibilità di accogliere un numero ragionevole di spettatori, magari senza
troppe tribunette retrattili o gradoni di cemento.
Il cantiere
della piscina nuova pare essere decollato, ora serve tanta attenzione sui tempi
e soprattutto un’analisi coerente del realizzato sulla base del progetto,
sperando di avere al termine dei lavori una struttura con caratteristiche sia
agonistiche che ricreative; lo stadio, attualmente in deroga biennale per la
serie B, non sarebbe a norma nemmeno per la serie C, quindi bisogna fare dei
pensieri seri per il futuro, aldilà della convenzione in gestione decennale col
Carpi Calcio, magari ragionando su una struttura che possa ospitare altre
attività commerciali o di spettacolo, coi vincoli di quella attuale o coi
pensieri di una nuova.
Capiamo bene
che non si può avere tutto e subito, ma serve una programmazione chiara e per i
prossimi 5 o 10 anni, dandosi degli obiettivi realistici, insomma quello che
pare essere mancato negli ultimi 30 anni, senza dimenticare esigenze “minori”
come quella di avere una struttura per il rugby o la realizzazione finalmente
di una campo da calcio in sintetico, coinvolgendo sponsor e privati, magari in
un’ottica di concentrazione di risorse su progetti strategici.